Daikira |
|
| Secondo Mancini il 2-6 dell'Olimpico non macchia lo scudetto dell'Inter ma di fatto la squadra è già in vacanza
Una scoppola che non macchia, parola di Mancini, lo scudetto conquistato solo pochi giorni fa, ma che, comunque, ridimensiona una squadra con la testa ormai in vacanza. Roma-Inter 6-2 finale di andata di Coppa Italia, è un risultato tanto largo quanto inaspettato. Probabilmente ha ragione il tecnico nerazzurro perché la frenetica corsa ai record in campionato ha letteralmente risucchiato energie psicofisiche a una squadra visibilmente sulle gambe e incapace di reagire all"impressionante partenza giallorossa.
D'altro canto hanno anche ragione quei tifosi che hanno accolto con rabbia e amarezza un risultato digeribile come la cassoela a Ferragosto. "Poteva perdere ma non così", recita il titolo di un editoriale dei quotidiani del giorno dopo. Se L'Inter ha le sue colpe, è obbligo sottolineare i meriti di una Roma che dopo aver toccato il fondo con il Manchester, è stata capace di rialzarsi con il piglio della grande. Ha incrociato l'Inter due volte dopo l'Old Trafford e si ritrova con un prezioso bottino di due vittorie e cinque gol e mezzo a partita.
Gran parte del merito è da ascrivere a quel Luciano Spalletti che non si è mai tirato indietro di fronte alle critiche e ha sempre sostenuto che, per quanto abbia fatto male, la lezione di inglese di Rooney e Ferguson sarebbe servita per ripartire. La Roma ha imparato una nuova lingua. Dove suffer sta per soffrire e react sta per reagire. A Milano, fra una settimana, con tre quarti di coppa in tasca, i giallorossi si presenteranno in campo con le stesso spirito, e si potrà dibattere perchè focus e concentration si tradurrebbero in vittoria e festa.
|
| | |
